Posts written by Zure

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    Ferraris-German-driver-Se-007

    Sono passati quasi 2 anni dall'ultima vittoria della Ferrari a Barcellona. Tante cose sono cambiate: la gestione di Domenicali, Alonso, Massa.
    E anche noi Ferraristi siamo in qualche modo cambiati. Io per esempio da quando seguo la Rossa in F1 non ero mai stato così a digiuno di vittorie. Si era abituati a incazzarsi per i mondiali persi, gettati al vento all'ultima corsa. Lo scorso anno invece, ad eccezione di due corse, abbiamo visto il podio con il telescopio.

    Ed allora è stato doveroso il reset. Ciao Domenicali, ciao Fernando. Felipe nel frattempo si era accasato in Williams. Ed è stato un po' il reset anche delle nostre ambizioni. Non si lotta per il titolo neanche quest'anno? Ok, l'importante è che si lotti per qualcosa. La Ferrari del 2014 non ha lottato. Sì, la Ferrari ha sofferto, ma forse neanche troppo; da un certo momento, è rimasta a guardare.

    Arrivabene, Vettel, Raikkonen. Una ritrovata armonia, una ventata di aria fresca, una monoposto che è stata definita "sexy", il tutto si traduce in una ritrovata voglia di lottare e di... chissà... Probabilmente saremo sconfitti, ma non saremo spettatori. Il podio di Melbourne infondeva ottimismo, ma anche una certa cautela. Il distacco dalla Mercedes è ancora abissale, ma è stato bello lottare di nuovo con le altre. Nel bel mezzo di una F1 che perde i pezzi e che ha visto schierarsi sulla griglia(ta) australiana solo 15 monoposto!

    Poi la Malesia. La pioggia in qualifica che può darci una mano (Kimi forse non sarà tanto d'accordo). E quella presenza Rossa in prima fila con un Vettel che, anche lui, attende da tanto di vincere. Si parte, Hamilton è al comando, come al solito, ma non mi interessa più di tanto. E' già bello che siamo lì, siamo davanti a Rosberg, stiamo lottando. Hamilton nel frattempo non va via. Safety Car. Le Mercedes vanno ai box e noi andiamo avanti. Due anni fa forse avrei spento la TV pensando "Ok, abbiamo fatto l'ennesima cazzata! Adesso mentre gli altri vincono noi finiamo a fondo gruppo." Ieri ero tranquillissimo. La Ferrari avrebbe lottato anche se fossimo finiti in fondo al gruppo. Non avrebbe lottato per vincere, ma avrebbe lottato.

    Ho rivisto la gara al pomeriggio con il commento di Mazzoni. L'unica cosa che mi ricordo di quello che ha detto è che la Mercedes 2014 ha subito solo 7 sorpassi in un'intera stagione. Ieri è stato fantastico vedere Vettel che sorpassava in pista prima Rosberg e poi Hamilton, costringendolo di fatto alla resa con una sosta in più. E' stato poi fantastico riascoltare sul podio in sequenza l'inno tedesco seguito da quello italiano (l'ultima volta fu a Monza nel 2008 con Vettel e la Toro Rosso e già si parlava di Seb come l'erede designato di MSC).

    Ma la cosa più bella resta quel grido di Vettel dopo la bandiera a scacchi.
    "FORZA FERRARI".
    Il che ovviamente mi riporta ai ricordi di questo forum.
    E ho pensato che forse ieri, ascoltando questo grido, tutti i ferraristi del mondo si sarebbero sentiti un po' più uniti. Uniti tra di loro. Uniti con la Rossa.
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    Nel weekend del Gran Premio di Monaco, disputatosi il 23 maggio 2004, nasceva il Forum Forza Ferrari.
    Domani si correrà il GP di Monaco del 2014 e si "festeggia" (per modo di dire) il decennale di questo storico forum.

    Ricordo i primissimi utenti: schevchenko, raffoilbaffo, le gemelle, hearisok, e altri...

    Un bellissimo posto, tanti scleri, ma anche tante emozioni.

    Un ringraziamento speciale a DarKomoGothic che ha reso possibile tutto questo e per il suo impegno durato oltre 9 anni.

    E domani come 10 anni fa, tutti davanti la tv a sostenere la Rossa!
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    In bocca al lupo, Felipe Massa!

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    Sul forum http://f1grandchelem.forumcommunity.net/ è in corso un torneo / sondaggio che ha portato gli appassionati di F1 ad eleggere il campionato indimenticabile da fine degli anni '70 ad oggi. Hanno raggiunto le semifinali il campionato del 1976 (reso ancora più epico dal film Rush) e le stagioni recentissime del 2000, 2007, 2010.

    Andiamo a rivivere una per una queste quattro stagioni che hanno visto sempre la Ferrari in lotta per il titolo, con vittorie memorabili, ma anche scottanti delusioni. E cominciamo dalla stagione 2000.

    schumacher2000



    Il primo segnale di voler tornare a capeggiare il mondo la Ferrari lo aveva già dato nel 1999, quando nonostante l'assenza di Michael Schumacher per mezza stagione la Rossa sfiorò il titolo con Eddie Irvine, vincendo però la classifica costruttori. Il pilota nordirlandese si è trasferito alla Jaguar e il suo sedile viene assegnato al brasiliano Rubens Barrichello proveniente dalla Stewart. Schumacher a Sepang '99 ha dimostrato di essere rientrato in ottima forma e questa volta non vuole fallire l'obiettivo. A opporsi a lui c'è però il due volte campione del mondo Mika Hakkinen a bordo di una Mclaren che non ha nessuna voglia di abdicare.
    Le danze si aprono a Melbourne, dove le frecce d'argento dominano la scena al sabato: Hakkinen e Coulthard occupano la prima fila e la prima Ferrari del tedesco accusa mezzo secondo di ritardo dal leader. Le due Mclaren scattano bene al via della gara e potrebbero controllare agevolmente la corsa, se non fosse che problemi al motore mettono fuorigioco inaspettatamente entrambi i piloti, dando via libera alle rosse. Schumacher gestisce bene il ritorno di Barrichello (il brasiliano però ha un strategia che prevede una sosta in più) e il risultato è una sensazionale doppietta. Fa notizia anche il doppio ritiro delle Jordan di Frentzen (terzo incomodo nella stagione precedente) e Trulli, c'è così gloria sul podio anche per il fratello minore degli Schumacher, Ralf, che conclude terzo davanti alla BAR-Honda (che conquista i primi punti della sua storia) di un redivivo J.Villeneuve.
    La stagione prosegue in una curiosa alternanza tra Ferrari e Mclaren che si spartiscono la leadership del sabato e della domenica: se una Mclaren è in pole position, la Ferrari poi gioisce in gara e viceversa. Una storia che si ripete nelle prime 7 gare della stagione, come se ci fosse un sortilegio malefico su chi parte davanti. E così le tre pole consecutive di Hakkinen (Australia-Brasile-SanMarino) si tramutano in tre vittorie di Michael Schumacher, mentre il rivale finlandese riesce appena a conquistare 6 punti a Imola piazzandosi secondo dietro al tedesco della Ferrari, dopo aver condotto la gara fino al secondo pit stop.
    La crisi della Mclaren di inizio anno lascia spazio a piccole soddisfazioni italiane, come il secondo posto conquistato da Fisichella su Benetton a Interlagos (proprio qui il pilota romano otterrà nel 2003 la prima vittoria in carriera) e il quarto posto di Trulli nello stesso GP. Dopo tre gare il primo inseguitore di Schumi in classifica è paradossalmente il compagno Barrichello, che ha già un ritardo di 21 punti, mentre Hakkinen ha ben 24 lunghezze da recuperare.

    Sul circuito di Silverstone, gara di casa della Mclaren, la Ferrari si toglie la soddisfazione di conquistare la prima pole stagionale con Barrichello che sfrutta al meglio una qualifica segnata dal meteo pazzo. Il brasiliano è però costretto al ritiro dopo 35 giri di gara mentre si trovava agevolmente in testa. Via libera per le Mclaren che fanno doppietta con Coulthard davanti ad Hakkinen, ma Schumi terzo limita i danni. Una nuova svolta avviene al Gran Premio di Spagna: Schumacher parte davanti a tutti, ma durante la prima sosta travolge l'addetto al rifornimento Nigel Stepney (riparleremo di lui alla voce "stagione 2007") e, al pit stop successivo, il tedesco soffre a causa di un problema con il bocchettone del carburante che lo relega in quinta posizione. Hakkinen torna a vincere e recupera altri 8 punti.
    Schumacher ritrova lo smalto migliore a casa sua, sotto la pioggia del Nurburgring, scatta dalla seconda posizione e vince il duello con Hakkinen conquistando il quarto successo stagionale, in una gara dominata dove lui e il finlandese sono gli unici piloti a concludere a pieni giri. Schumi potrebbe vincere agevolmente anche a Monaco, dove lui e Trulli partono appaiati in prima fila, ma Jarno deve ritirarsi per un problema al differenziale, mentre Michael a un passo dal successo paga un danno a una sospensione. Ne approfitta Coulthard che trionfa davanti a Barrichello e Fisichella. Schumacher e Coulthard si dividono la posta nei due impegni seguenti: Micheal in Canada spezza l'incantesimo conquistando pole e vittoria (altro podio per Fisichella), David lo beffa sorpassandolo a Magny Cours (Schumacher rompe poi il motore mentre si trovava in seconda posizione). Al giro di boa, Schumacher e Coulthard sono divisi da 12 punti, mentre zitto zitto Hakkinen, che ha ottenuto un solo successo finora, è a -18.

    E i colpi di scena sono solo all'inizio: il mese di Luglio è un vero incubo per M.Schumacher che, dopo il ritiro in Francia, è coinvolto al via in due incidenti nelle gare seguenti in Austria e Germania: la Mclaren potrebbe fare doppietta in entrambe le occasioni, ci riesce solo in Austria con Hakkinen vincitore su Coulthard, mentre ad Hockenheim i piani di Woking vengono scombinati da un invasore di pista, ironia della sorte, un dipendente licenziato dalla Mercedes che motorizza la Mclaren; ne approfitta così Rubens Barrichello che conquista la prima vittoria in carriera e salva la leadership iridata del compagno di squadra, ma solo temporaneamente. Infatti Hakkinen riesce a vincere all'Hungaroring e prende la vetta della classifica piloti, ripetendosi anche in Belgio e allungando su Schumacher (qui infilato dal rivale in uno dei sorpassi più belli della storia della F1, avvenuto mentre entrambi stavano per doppiare la BAR di Zonta) che ha il merito di non mollare e di conquistare due secondi posti preziosi che mantengono viva la speranza di Maranello alla vigilia della gara di casa a Monza.
    Il Gran Premio d'Italia viene tristemente ricordato per un terribile incidente al via che coinvolge 7 vetture, lasciando illesi i piloti, ma che costa la vita a un commissario di gara, Paolo Gislimberti, colpito da una ruota e una sospensione decollati via dalla Jordan di Frentzen. Il successo di Schumacher al termine di questo triste weekend, con Hakkinen secondo, accorcia le distanze tra due i rivali più quotati, con il finlandese che conserva due punti di vantaggio, mentre il suo compagno di squadra Coulthard esce definitivamente dalla lotta per il titolo.

    Il 24 settembre sul circuito di Indianapolis si concretizza il contro-sorpasso del ferrarista: Schumacher parte in pole su pista umida e domina la corsa, Hakkinen può solo accontentarsi della seconda piazza, ma gli va peggio perché cede il motore della sua Mclaren. Le Rosse fanno doppietta e la Ferrari si ritrova, inaspettatamente, con un buon vantaggio in entrambe le classifiche e con la possibilità di chiudere il discorso con una gara di anticipo. La penultima gara del mondiale si disputa a Suzuka l'8 ottobre del 2000. Ed è un giorno storico per tutti i ferraristi di oggi: come dimenticare la fuga di Michael dopo il secondo pit stop, il tentativo vano di inseguimento del bicampione in carica mai domo, l'urlo del telecronista Mazzoni. Michael Schumacher vince il GP del Giappone ed è Campione del Mondo su Ferrari, 21 anni dopo Jody Scheckter. Il campionato costruttori invece viene vinto matematicamente dalla Ferrari nell'ultima corsa in Malesia, con Schumi ancora vincitore davanti a Coulthard, Barrichello e Hakkinen.

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    Edited by Zure - 21/11/2013, 00:08
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    http://f1grandchelem.forumcommunity.net/?t=55497448

    La Ferrari e la Lotus per quasi due mesi, periodo che ha diviso il weekend del GP d'Italia (inizio settembre) dall'inizio di quello indiano (fine ottobre), hanno avuto tutto dalla loro per il discorso che riguardava il tanto agognato secondo posto nella classifica costruttori. Da Monza a Suzuka la Ferrari in quattro gare ha portato a casa 89 punti, la Lotus 76, mentre la Mercedes solamente 52. Poi in India qualcosa è cambiato: è cambiato per esempio il morale di Fernando Alonso, che in Giappone aveva centrato l'unico obiettivo personale possibile in questa stagione (quello di ottenere il record di punti in F1, ma Vettel potrebbe presto superarlo anche in quella classifica) e si è presentato meno agguerrito agli impegni di Nuova Delhi e di Abu Dhabi; è cambiata la situazione di Felipe Massa (a proposito, augurissimi a Pippo per il suo futuro in Williams) che ha precisato che non avrebbe avuto più senso aiutare Alonso nella corsa a un mondiale ormai perso; è cambiata anche la voglia di correre di Kimi Raikkonen, che ha fatto valere i suoi diritti di "lavoratore" dimostrando come per lui lo stipendio non ricevuto sia una questione più importante rispetto alla possibilità di difendere la sua terza posizione nella classifica piloti.

    Non è un caso quindi che, tra i quattro piloti della brigata Ferrari + Lotus, l'unico a brillare nell'ultimo mese sia stato Romain Grosjean: il francese con tre podi e un quarto posto è stato il pilota che ha ottenuto più risultati tra ottobre e novembre, escludendo ovviamente il campionissimo Vettel. 57 i punti portati a casa da Grosjean nelle ultime quattro tappe asiatiche, contro i 43 di Rosberg, i 36 di Webber, i 34 di Kimi, i 30 di Alonso. Ma le prestazioni convincenti di Romain, per altro non ancora ufficialmente riconfermato per il 2014 (!!!), non sono sufficienti per aumentare le quotazioni della Lotus per il prestigioso piazzamento nella classifica marche alle spalle della Red Bull. La scuderia di Enstone si ritrova infatti staccata di ben 37 lunghezze dalla Mercedes a due gare dalla fine e dovrà affrontare gli impegni di Austin e Interlagos senza Raikkonen che pensa già in rosso: 37 punti sono più di due secondi posti (36) e a Grosjean il secondo posto manca dal concitato GP del Canada della scorsa stagione. Basta questo per far capire che per riprendere la Mercedes (che non starà certo a guardare) serve non solo un autentico miracolo sportivo di Grosjean, ma anche del sostituto di Kimi.

    L'identità del sostituto è quella di Heikki Kovalainen, che ha corso con la Renault nel 2007 e con la Lotus-Renault (non questa Lotus, ma l'altra) e che quest'anno ha girato spesso nelle prove libere con la Caterham. Quindi tanti saluti al nostro Davide Valsecchi (campione GP 2012, non uno pescato a caso) che, poveraccio, ha pure pagato di tasca sua per il ruolo di terzo pilota in Lotus e aspettava con ansia un'opportunità in F1 che probabilmente non arriverà mai. Considerando che da Kovalainen non ci aspettiamo i miracoli sportivi sopra citati, la Lotus avrebbe fatto una figura migliore a concedere una chance al suo terzo pilota pagante.

    La Ferrari invece ha compromesso la sua corsa al secondo posto con strategie troppo azzardate o troppo conservative che si sono rivelate un fallimento: a cominciare dall'India quando Alonso ha sacrificato la qualifica (in Q2 se la giocava addirittura con Webber, avrebbe potuto partire in prima o seconda fila) per montare gomme medie all'inizio e un contatto al via lo ha buttato fuori dalla zona punti; per finire con Abu Dhabi quando una scelta differenziata di mescola tra i due piloti ha penalizzato Massa, che fino a quel momento era davanti ad Alonso. Questa scelta è stata molto discussa dentro e fuori dal paddock: Massa ha infatti percorso 18 giri con le morbide nel primo stint e al momento del suo secondo pit stop mancavano 17 giri alla fine, tutto fa pensare che avrebbe potuto farcela ad arrivare alla fine con un altro set di soft e invece gli sono state montate le medie. In molti hanno di conseguenza pensato quindi al complotto ai danni del brasiliano. Da ferrarista, voglio cercare una spiegazione in buona fede che mi permetta di escludere che la Ferrari abbia deciso volutamente di perdere punti nel campionato costruttori solo per agevolare Alonso nei confronti del compagno di squadra: Massa ha detto e ha ragione, di aver gestito magnificamente le gomme soft nel primo stint, ma ha omesso, forse volutamente, di non essere stato capace a fare altrettanto con le medie nel secondo tratto: infatti dalla 26esima alla 38esima tornata (ovvero da quando si è liberato di Sutil fino al pit stop) ha corso con pista libera (alle spalle dei primi quattro che erano imprendibili), ma perdendo constantemente da Alonso che alle sue spalle gli si è riavvicinato. E ricordiamoci che le gomme medie di Alonso erano meno fresche di quelle di Massa, perché le aveva montate due giri prima del brasiliano. Io a questo punto mi aspettavo l'azzardo della sosta unica (per entrambi i piloti), ma non è stato così. La Ferrari ha comunicato ad Alonso di non attaccare Felipe, che andava sensibilmente più lento. Probabilmente il muretto non si è fidato di mettere le soft a Felipe, anche perché avrebbe dovuto sforzarle per compiere dei sorpassi (cosa che non era avvenuta nel primo tratto di gara). O forse semplicemente in Ferrari pensavano che una scelta conservativa avrebbe comunque permesso a Massa di superare Hamilton e Di Resta che avevano rispettivamente pneumatici più vecchi di 9 e 18 giri rispetto a Felipinho!! A quel punto il "capolavoro" di Alonso è stato quello di fare in quei 6 giri con pista libera (38-44) quello che Massa non era riuscito a fare con gomme più fresche nei precedenti 12 giri (26-38): Fernando ha dimostrato di avere un passo sufficiente per allungare il suo stint con le medie a 28 giri, fermandosi per la seconda sosta quando ne mancavano solo 11 alla fine e potendo così montare gomme soft. Anche lì bisogna dire che la Ferrari ha rischiato perché se Alonso in uscita dai box non avesse spinto fino al limite (e oltre) per passare Vergne probabilmente si sarebbe ritrovato di nuovo alle spalle di Massa e lì ne avremmo viste delle belle.

    Questa è stata la nostra visione in buona fede, ma restano ovviamente i dubbi. Perchè Alonso nelle interviste a fine gara non ha più parlato di obiettivi della squadra, ma ha detto di pensare a mantenere il SUO secondo posto tra i piloti. Domenicali invece dice l'esatto contrario. Se si vuole raggiungere un obiettivo comune, sarebbe bene che pilota e squadra iniziassero a mettersi d'accordo. Per due ragioni: la prima è che da domani si corre ad Austin, dove la Mercedes arriva sicuramente favorita sulle inseguitrici, sia perché si correrà con le gomme medie e dure, ovvero quelle con meno degrado e quindi quelle che le monoposto tedesche soffrono di meno, sia perché Hamilton vinse su questa pista lo scorso anno; la seconda ragione è che il prossimo con Alonso ci sarà Raikkonen... brividi di ghiaccio!!!

    Edited by Zure - 14/11/2013, 13:41
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    a questo punto spero che Hamilton freghi il mondiale a Vettel (con Alonso terzo quindi?)

    (cit. la gente "ferrarista" che ha sfasciato questo forum dopo il GP d'Ungheria)

    arrivare secondi in entrambe le classifiche mica ci farebbe schifo, la vogliono capire o no?

    (cit. le stesse persone oggi)

    ma come, a luglio eravamo in lotta per il titolo e speravate di arrivare terzi e adesso volete che arriviamo secondi?? :ave: :ave:
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    Pagelle GP India 2013

    VETTEL 11: senza parole, anche se si ritrova in fondo dopo pochi giri, risale fino alla vetta e si prende il quarto titolo consecutivo
    ROSBERG 9: una gara in stile Alonso, il migliore dei normali, gestisce bene le gomme e approfitta del ritiro di Webber per conquistare un secondo posto prezioso per lui e per la squadra
    GROSJEAN 8.5: peccato per quanto successo nelle qualifiche, ma continua a stupire e spera in una vettura competitiva per il prossimo anno, sarebbe uno dei favoriti.
    MASSA 7.5: forse la miglior prestazione di quest'anno, anche se in qualifica non riesce a stare davanti a Webber che era su gomme dure, peccato per il podio mancato
    PEREZ 8: finalmente bravo!!
    HAMILTON 5.5: ancora una volta non riesce a gestire le gomme e Perez lo beffa nel finale
    RAIKKONEN 7: una buonissima gara, ma la squadra gli fa perdere punti importantissimi con una strategia che non paga
    DI RESTA 7, SUTIL 6: una gara positiva per force india che ha sofferto nelle ultime gare
    RICCIARDO 6.5: non lascia spazi ad Alonso e si prende il punticino
    ALONSO 4: un contatto è il minimo che ti può capitare quando parti indietro, in Q2 ieri era davanti alle Mercedes, avrebbe potuto fare un'altra gara partendo secondo o terzo, si è giocato un lusso che non può permettersi, peggiore gara da ferrarista
    MALDONADO 6: arriva subito incollato a Fernando
    VERGNE 5.5: il primo dei doppiati
    BUTTON 5: il contatto al via gli rovina la gara
    GUTIERREZ 5: non ripete l'exploit di Suzuka
    BOTTAS 5: anche lui non l'ho praticamente mai visto
    HULKENBERG 6: poteva andare a punti, ma è costretto al ritiro a poche tornate dalla fine
    WEBBER 8: una gara ottima, ma continua a rompersi solo la sua Red Bull
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    "La rete ha dato un potere eccessivo a chi non lo sa gestire.
    Purtroppo la F.1 paga questa brutta abitudine che ci ha trasmesso il calcio con il suo tifo campanilistico che non ha rispetto di niente e di nessuno. La violenza verbale si scatena per iscritto e colpisce indifferentemente. Tifosi Ferrari che insultano Vettel, quelli della Red Bull che scrivono male di Alonso e della Ferrari, e ancora ferraristi che insultano... la stessa Ferrari (sì, succede anche questo). Vengono fuori commenti assurdi e teorie incredibili spacciate per verità assolute. Un'arroganza verbale che si giustifica soltanto con l'impunità garantita dall'anonimato assoluto o da nickname improbabili."


    dall'editoriale di Autosprint di questa settimana, a proposito degli "esperti" di F.1 su Twitter e sul Web in generale.

    Voglio dedicare questo estratto ai tifosi che in questo, che era un Forum con la EFFE maiuscola, si dicevano "ferraristi" e li ringrazio per avermi fatto capire ancora una volta che la Ferrari viene prima di tutto, anche delle boiate che sparavano continuamente in tag board. E mi fermo qua per rispetto al Forum, alla Ferrari e al mondo della F1 stessa che sta vivendo un periodo difficile (ricordiamo la morte di Maria de Villota la settimana scorsa).

    Avanti, Ferrari!
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    With%20Stella%20Bruno



    Nico Rosberg a Stella Bruno: "Questo qua... PEREZ è un po' un pirla."

    pochi minuti dopo...

    Stella Bruno a Esteban GUTIERREZ: "Abbiamo visto Nico Rosberg molto arrabbiato con te, cosa ne pensi?"

    Serve aggiungere altro?? Mah...
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    hulkenberg-gp-corea-2013



    http://f1grandchelem.forumcommunity.net/?t=55308361

    Il circuito coreano non ha soddisfatto gli appassionati del Circus, è a rischio esclusione per il calendario dell'anno prossimo e con ogni probabilità, se l'esclusione dovesse arrivare, questo Gran Premio non mancherà a nessuno, nemmeno ai coreani stessi, considerato che non c'è stato certo il pienone di pubblico. Non mancherebbe di certo ai tifosi della Ferrari, né a quelli della Mercedes, che domenica hanno dovuto soffrire, sbuffare, sonnecchiare, per l'ennesimo dominio della Red Bull e di Sebastian Vettel (Grand Chelem esattamente come a Singapore).

    Eppure qualcosa di buono nel weekend appena passato si è visto. Kimi Raikkonen è stato rivitalizzato dall'ingaggio in Ferrari e, nonostante i problemi fisici lo facciano soffrire in qualifica, in gara vola come non mai. Lo abbiamo visto risalire con grinta e ottimo passo fino alla seconda posizione, neanche troppo distante da Vettel. Il finlandese rappresenta l'unico sospiro di sollievo per Maranello di questi giorni in vista del futuro. Si è trovato a suo agio a Yeongam anche Romain Grosjean, che sta migliorando gara dopo gara, in partenza ha pressato e poi domato Hamilton, ha provato a infastidire Vettel e poi ha gestito comodamente il secondo posto fino al ritorno del compagno, più veloce ed esperto rispetto a lui. Ma un Grosjean così può farci divertire le prossime stagioni.

    Il top del GP però si chiama Nico Hulkenberg, che si conferma l'incredibile Hulk dopo le buone cose fatte a Monza. La sua Sauber ha umiliato in gara (dopo essere stata vicina anche in qualifica) la scuderia Rossa che le fornisce i motori, con un gioco di velocità e trazione che sicuramente ha dato una lezione agli ingegneri della Ferrari. Hulkenberg ci ha messo ovviamente molto del suo, ha resistito ad Alonso per tutta la prima parte di gara senza lasciare alcun spiraglio allo spagnolo), poi dopo la SC è andato a superare anche Hamilton, gestendo senza problemi gli ultimi giri un trenino fumante composto dall'inglese, dallo stesso Alonso e da Rosberg. Con grande umiltà e professionalità, Hulk a fine gara ha ringraziato la squadra per l'ottima messa a punto della vettura.

    Nico lo aveva detto prima ancora delle libere, ha un'ottima confidenza col tracciato coreano a differenza di tanti altri piloti: lo scorso anno aveva chiuso al sesto posto sulla Force India vincendo il confronto con Grosjean, nel 2010 una foratura nelle ultime tornate lo vede retrocedere dal quinto al decimo posto. Con questo quarto posto Hulkenberg eguaglia il suo miglior piazzamento: si era piazzato quarto anche a Spa 2012. In classifica piloti è attualmente 11° (stessa posizione con cui concluse l'anno scorso), ma si trova a sole cinque lunghezze da Di Resta, che è in crisi di prestazioni (il britannico non va a punti da 6 gare, con ben 3 ritiri), quindi nelle prossime corse senza dubbio Hulkenberg tenterà per la prima volta l'attacco alla top ten.

    Qualche altro dato statistico sulla carriera di questo ragazzo 26enne, coetaneo di Seb Vettel: è stato campione di GP2 con la ART Grand Prix al pari di Rosberg e di Hamilton, vincendo il titolo alla sua prima stagione nel 2009, conquistando successi nei circuiti del Nurburgring, in Ungheria, a Valencia e a Portimao. La Williams, dopo averlo tenuto due anni come collaudatore, lo ha gettato nella mischia in F1 nel 2010. Dopo un inizio difficile con 2 punti e ritiri in 10 gare, Hulk ha migliorato nella seconda parte di stagione conquistando un sesto posto in Ungheria, un settimo posto a Monza e un ottavo in Brasile, con la soddisfazione extra di conquistare la sua prima pole position sul circuito di Interlagos. Non è bastato però per trovare un volante in F1 nella stagione 2011, Hulkenberg diventa così collaudatore della Force India, che lo promuove a titolare per l'anno seguente: Hulkenberg è un pilota ritrovato e nel 2012 rifila 17 punti di distacco al compagno Di Resta e conferma una buona confidenza con il circuito brasiliano, dove nell'ultima gara del mondiale lotta addirittura per la vittoria, ma vanifica tutto speronando Hamilton durante il duello per la prima posizione. Quindi l'arrivo in Sauber dove sta vivendo la sua maturazione.

    Ma non sarà un po' presto per esaltare un pilota solo per una gara da top driver? Forse sì, ma è indubbio che Nico meriterebbe una macchina competitiva per l'anno prossimo, in modo da mostrare le sue reali capacità. Eppure il futuro ad oggi non sembra dei più rosei per questo tedesco: la Ferrari lo ha seguito con interesse, ma alla fine ha scelto Raikkonen, in Sauber ormai sembrano orientati a confermare Gutierrez (chissà perché...) al fianco del russo Sirotkin, con buona pace anche di Barrichello, di cui abbiamo parlato la settimana scorsa. La Mclaren poteva essere una buona opzione, ma il team di Woking pare aver scartato Hulk per via del peso del pilota. L'opzione più realistica rimarebbe la Lotus che avrebbe ancora un posto a disposizione, dando per scontata la conferma di Grosjean. Ad ogni modo Hulkenberg non sembra preoccupato ("Sul futuro non so niente, ma i team hanno già visto quello che so fare") ma noi intanto gli auguriamo di farci divertire anche nello storico circuito di Suzuka e di conquistarsi con merito un posto in un top team.
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    http://f1grandchelem.forumcommunity.net/?t=55261635

    Rubens Barrichello torna in Formula 1? Per adesso sono solo voci che giorno dopo giorno si fanno più insistenti. Sembra che la Sauber lo abbia inserito nella lista dei candidati al posto che è attualmente di Nico Hulkenberg, ormai destinato a passare in Lotus. Se la trattativa andasse in porto, Rubinho formerebbe una bizzarra coppia con il russo Sirotkin: pensateci, da una parte il pilota più anziano, ehm, esperto, quello con più gran premi all'attivo (record di 323 gare al via in F1 con 11 successi e 68 podi), dall'altra colui che diventerà il pilota più giovane ad aver esordito in F1 (spazzando via il primato di Giacomino Alguersuari).
    C'è di più: si mormora che Barrichello potrebbe tornare nel circus già quest'anno, nell'ultima corsa in programma nel suo Brasile. Per la gioia di Mazzoni che non vede l'ora di tornare a parlare dell'infanzia del paulista. Ormai lo sapranno tutti a memoria, ma Rubens Barrichello è nato a San Paolo, a pochi pochi chilometri dal circuito di Interlagos, i suoi bisnonni erano di Treviso, lui da piccolo giocava con Alex Barros (che sarebbe diventato poi pilota del motoGP); un bel giorno nonno Barrichello, che aveva una villetta nei pressi dell'Arquibancadas, gli regalò il primo kart e da lì iniziò la carriera del nipote che arrivò ad esordire in F1 già nel 1993 con la Jordan.

    Barrichello non ha mai vinto un titolo mondiale e nemmeno ha mai vinto sul circuito di casa (questo probabilmente anche a causa delle varie gufate di Mazzoni e Capelli, il miglior piazzamento in Brasile è stato un terzo posto nel 2004, vedi la foto qua in alto), ma è rimasto nel cuore e nella mente degli appassionati per tanti episodi della propria carriera: il primo fu quello di Imola 1994, che lo vide protagonista di uno spaventoso incidente nel corso delle prove libere, una botta che poteva costargli la carriera. Rubens fu decisamente più fortunato dell'amico e connazionale Ayrton Senna e di Roland Ratzenberger che morirono proprio nei giorni successivi al suo incidente. La carriera di Barrichello inoltre è passata alla storia come quella dell'eterno secondo: nel 1999 al Nuerburgring la Stewart portò due vetture sul podio al termine di una delle gare più movimentate della storia recente del circus, ma a gioire sul gradino più alto del podio fu il compagno di Rubinho (3°), Johnny Herbert; nel 2000 il passaggio alla Ferrari, sei anni trascorsi al fianco del fenomeno Schumacher che vinse cinque titoli lasciando le briciole al brasiliano, che fu secondo in classifica nel 2002 e nel 2004, gli anni della Ferrari invincibile; lontano da Maranello torna nelle posizioni di rincalzo fino al 2009 quando risorge con Ross Brawn e la Brawn GP: la macchina è superiore a tutte le altre, ma il titolo va a Jenson Button, mentre Barrichello fallisce la conquista del secondo posto in classifica, battuto anche dall'astro nascente Vettel. L'anno successivo la Brawn, divenuta Mercedes, lo sostituisce con (toh!) Michael Schumacher. La sua carriera si conclude al volante di una non competitiva Williams che però lo aiuta a migliorare il suo record di gp disputati. Ironia della sorte, l'anno successivo al suo ritiro la Williams si rivela abbastanza competitiva da poter vincere una gara (dopo 8 anni) con Pastor Maldonado.

    Nonostante il curriculum da pilota di seconda fascia, le sue soddisfazioni Rubens se l'è comunque tolte: cinque titoli costruttori vinti con la Ferrari e uno con la Brawn. Con la Ferrari vinse 9 gare, due delle quali, curiosamente, furono condizionate da invasioni di pista (il suo primo successo in Germania nel 2000 e poi a Silverstone nel 2003). Con Schumacher ebbe un buon rapporto, avendo dichiarato da subito di essere uno dei suoi ammiratori, ma ci furono anche degli strappi dovuti al ruolo all'interno della squadra: Rubinho era il "secondo" e il suo ruolo da secondo lo fece fino in fondo sebbene aspirasse in qualcosa di più. A Zeltweg, nel 2002, su ordine di scuderia lasciò la vittoria a Schumi proprio a pochi metri dal traguardo; Schumi gliela restituì cortesemente in America, a giochi mondiali ormai fatti. Dopo quell'episodio i giochi di squadra furono vietati. Nel 2005, con una Ferrari lontana dalle posizioni alte, il rapporto tra Schumacher e Barrichello si incrinò a causa di un sorpasso azzardato del tedesco nel corso dell'ultimo giro del GP di Monaco, quando sembrava che la Ferrari avesse congelato le posizioni dei due piloti. Ma il punto di non-ritorno si ebbe nella gara di Indianapolis, la gara del caos Michelin, quella che vide in pista solo Ferrari, Jordan e Minardi, gommate Bridgestone: Schumacher e Barrichello si giocavano la vittoria e rischiarono clamorosamente di eliminarsi a vicenda a pochi giri dalla fine, Schumi non alzò il piede e Rubinho fu costretto a gettarsi sull'erba per evitare il contatto. Lì si capì che la coppia era al capolinea. Barrichello cercò nuovi stimoli altrove, senza trovare miglior fortuna, e fu sostituito a Maranello da un altro brasiliano, Felipe Massa (quest'ultimo fu poi protagonista nel 2010 di un episodio simile a quello di Zeltweg 2002, un episodio che riportò alla legalità gli ordini di scuderia).

    Personalmente mi piace ricordare che il mio primo gp visto dal vivo (monza 2009) fu proprio l'ultimo vinto da Barrichello.

    Il possibile ritorno di Rubens scombina un po' il mercato piloti. Barrichello potrebbe sedersi sul sedile della Sauber battendo la concorrenza di colui che fu il suo sostituto in Ferrari, Felipe Massa. A questo punto per Felipe, essendo ormai un miraggio la Lotus, resterebbero la Williams e la Force India, non proprio squadre competitive come lui vorrebbe. Già tutto deciso per i top team Red Bull, Ferrari e Mercedes. La Mclaren dovrebbe confermare Perez (deludente) al fianco di Button. La Toro Rosso dovrebbe puntare come al solito su piloti del vivaio Red Bull. In questo balletto di nuove promesse, scommesse azzardate o viziate da sponsor e ritorni inaspettati, ci accorgiamo che sembra non esserci ancora posto per il nostro Davide Valsecchi che dovrebbe accontentarsi nuovamente di un posto da collaudatore. Sia chiaro, meglio collaudatore della Lotus piuttosto che pilota titolare in Caterham o Marussia, dove rischierebbe di bruciarsi la carriera. Però... però c'è una certa amarezza nello scorrere l'albo d'oro della GP2 e vedere che gli unici campioni di categoria a non aver avuto poi una chance in F1 sono stati gli italiani Pantano e Valsecchi. Pantano, in verità, aveva esordito in F1 prima dell'esperienza in GP2, ma con la Jordan, vettura non più performante della Caterham attuale.

    Gli altri vincitori della GP2, nata nel 2005, non hanno deluso: l'unico che si è affermato in F1 come campione è stato Hamilton (per altro l'unico a poter usufruire da subito di una macchina da titolo), ma anche Rosberg, Glock, Hulkenberg, Maldonado e Grosjean si sono messi in evidenza, ovviamente con mezzi e misure diverse tra loro. Perché allora non dare finalmente una chance al nostro Davide, sicuramente dotato di un talento non inferiore ai sopracitati? Speriamo che Force India e Williams ci facciano un pensierino, ma ad essere sinceri oggi la strada che potrebbe riportare un pilota tricolore in F1 sembra tutta in salita.

    Edited by Zure - 1/10/2013, 01:29
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    Vettel è padrone. Padrone del mondiale di F1 più asiatico della storia: 8 gran premi in Asia, uno in più di quelli europei (7), caso unico fino ad oggi. Dal 2014 l'Europa opererà il contro-sorpasso con il ritorno dell'Austria e il possibile ingresso della Russia e con la contemporanea esclusione dal calendario del GP Indiano. Sebastian ha un feeling speciale con il Regno dell'Est: ha iniziato la sua gloriosa storia in Red Bull con un successo in Cina nel 2009 e ha vinto in Oriente in 18 occasioni (più di metà delle sue 33 vittorie in carriera): 3 volte ha trionfato a Singapore, Giappone e Malesia, 2 volte negli Emirati Arabi, in Bahrain, India e Corea e 1 in Cina. Importantissima la statistica dello scorso anno, quando Vettel vinse solo in Asia (5 successi in totale): e proprio a Singapore nel 2012 costruì le fondamenta per la sua rimonta a Fernando Alonso, che piegò grazie a quattro imprese consecutive. Sempre su terreni asiatici Vettel ha conquistato i suoi primi due titoli (vincendo ad Abu Dhabi nel 2010 e arrivando terzo a Suzuka nel 2011 alle spalle di Button e Alonso).

    Ma torniamo alla corsa di ieri dove si è vista una superiorità tale da parte di Vettel da farci tornare molto indietro nel tempo. Una divario netto come quello della Ferrari che regalò il settimo titolo a Michael Schumacher. In particolare mi è tornato alla mente il Gran Premio di Francia del 4 luglio 2004: seppur consapevole che la corsa si svolse in modo molto diverso, cito tale GP per due ragioni, la prima è lo strapotere con cui una scuderia e un pilota fanno capire al resto del circus che in pista possono fare quello che vogliono, la seconda è che, ironia della sorte, anche in quella gara il secondo classificato fu Fernando Alonso. E anche allora Fernando fece un garone, conquistò la pole e mantenne la testa difendendosi da Schumacher, nonostante avesse a bordo più benzina del tedesco dotato di una Ferrari super. Questo finché Brawn non inventò una strategia da "genio" e con il Kaiser che subito DOPO (avete letto bene, non prima, a serbatoio scarico, ma dopo) il secondo pit stop sfoderò i tre giri migliori dell'intera gara e si mise alla spalle l'asturiano, concedendosi il lusso di fare una quarta sosta.
    Qualche lusso se lo è concesso in questo weekend anche Seb Vettel: il lusso di starsene ai box con la pole in tasca risparmiando un treno di gomme, il lusso di concedere pochi metri di vantaggio a Nico Rosberg al via, il lusso di starsene lì alle spalle della SC senza marcare le strategie del suo rivale, salvo poi rifilargli oltre mezzo minuto nonostante la "sosta extra", il lusso di migliorare il giro più veloce quando non ne aveva più bisogno. Così Vettel ha colto il suo 3° Grand Chelem in carriera, non mollando mai la testa del gruppo e soprattutto non alzando mai il piede dall'acceleratore. Anche se lui a fine gara confessa che aveva ancora margine (!!!)

    La crescita continua di questo ragazzo sta piano piano convincendo tutti gli scettici: fino allo scorso anno Vettel aveva mostrato qualche pecca che facesse venire il dubbio che i suoi trionfi fossero solo merito della vettura. Persino nella stagione dei record del 2011, Vettel era caduto in un grave errore, in Canada, con un testacoda all'ultimo giro che spianò la strada al successo di Jenson Button. E nel 2012, nel momento più delicato, aveva sbagliato ad Abu Dhabi e rischiato di compromettere tutto nelle primissime fasi di Interlagos, salvo poi fare due eccellenti rimonte in entrambi casi. Quest'anno Vettel è maturato ancora e non sbaglia più. Pur essendo attualmente nella posizione di potersi permettere anche uno o due errori. E una costanza simile a quella di ieri nell'inanellare giri veloci e con distacchi così elevati anche a chi guida la stessa macchina (Webber) l'abbiamo vista solo nel miglior Schumi, che fu il primo ad eleggere Seb come suo erede. Staremo a vedere... intanto ha già in tasca quattro titoli.

    Alonso e la Ferrari ieri sono stati meno "scemi" e più "geni" del solito. Anche se lo stesso Fernando ammette che in occasione della SC si è giocato la carta della disperazione. Quando non c'è niente da perdere, spesso trovi risorse che credevi perdute e così in queste ultime gare abbiamo rivisto il Nando combattivo che a metà stagione sembrava essersi perso (soprattutto a Monaco quando, per non rischiare incidenti, si fece sorpassare un po' da tutti). Ieri ha fatto un capolavoro in partenza e poi ha gestito magistralmente le gomme per oltre 30 giri, ma non è bastato per impensierire il marziano. Per la terza volta consecutiva lo spagnolo deve accontentarsi di essere il primo degli umani, come a Magny Cours 2004.

    Se qualcuno aveva ancora dubbi su Raikkonen, la gara di ieri è un'ennesima dimostrazione di come il finlandese, seppur infastidito di problemi fisici, stia ritrovando la forma migliore. Un Vettel da 10 e lode scappa via, ma la Ferrari ha piazzato sul podio di Singapore un pilota da 9,5 (volendo essere severi per la qualifica deficitaria, ancora dietro a Massa) e ne aspetta un altro da 9. Un motivo in più per far capire che la Rossa non ha più scuse per mancare all'appuntamento più importante nel 2014...
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    Cinque anni fa le corse sotto il cielo stellato invadevano la Formula 1. Il Gran Premio di Singapore è rimasto poi unico nel suo genere, l'unico nel calendario a regalare le emozioni di una "notturna", seppur parzialmente affiancato dalla corsa di Abu Dhabi, che inizia al tramonto e si conclude con la luce artificiale. Tante cose in cinque anni sono cambiate. Per dirne una, in quel weekend del 2008, mentre in Oriente si testavano i lampioni, dall'altra parte del mondo (Estoril, Portogallo) Van der Garde si laureava campione della World Series Renault, Bottas e Ricciardo facevano a ruotate in Eurocup F.Renault, e oggi due di questi sono esordienti in F1 con tutte le difficoltà del caso, mentre per il terzo si prospetta un futuro radioso, poiché dal 2014 correrà con la super Red Bull. Cinque anni fa in questi giorni se ne andava Paul Newman, che fu attore da Oscar, ma anche un buon pilota. Cinque anni fa a Singapore, Felipe Massa si giocava il mondiale con la Ferrari. Oggi inizia la settimana che lo conduce al suo primo weekend da "ex ferrarista". Sia chiaro, domenica alla partenza lo vedremo insediarsi nella sua F138 col numero 4, con la tuta rossa, come tutte le altre volte. Ma adesso che è arrivata l'ufficialità del suo addio a Maranello a fine stagione, siamo sicuri che per Felipe sarà una corsa diversa, particolare.

    Il settimanale Autosprint del 30 settembre 2008 uscì con il titolo "Notte da orbi" in copertina. La notte dell'ennesima follia del box Ferrari, l'ultimo dei tanti errori che contribuirono a gettare via un mondiale piloti che in Spagna sembrava già vinto e stravinto. Per Massa una notte da incubo che non è mai riuscito a cancellare. Eppure era cominciato tutto bene, Pippo aveva aperto le danze come meglio non poteva cogliendo una pole position superba (oltre 6 decimi su Hamilton) e confermando la sua supremazia nei circuiti cittadini (pole anche a Monaco, pole e vittoria a Valencia). Al via era scattato magistralmente gestendo un buon vantaggio sul rivale Lewis, mentre l'altro ferrarista Raikkonen in terza posizione recuperava decimi sull'inglese. Era tutto apparecchiato per la festa, per un successo (magari una doppietta) che avrebbe lanciato la Ferrari verso la conferma dei due titoli conquistati nel 2007. Invece al 17esimo giro la trappola attende Felipe ai box sotto forma di semaforo verde, che diventa verde troppo presto e così Massa si trascina il tubo del rifornimento fino in fondo alla pitlane. Dal possibile +1 in classifica su Hamilton, ai 7 punti di ritardo dal britannico che si riveleranno poi incolmabili. Hamilton alla fine vinse quel titolo 2008, senza strafare, correndo spesso in difesa e approfittando (giustamente) degli errori altrui: anche quella sera, a Singapore, l'inglese si preoccupò solo a portare la macchina al traguardo, con ben 20 giri trascorsi alle spalle della Red Bull di Coulthard.

    Quella corsa fu lo spartiacque nella lotta al mondiale, ma non solo. Fu anche la corsa dei veleni: la prima gara in notturna si tirò via uno strascico di polemiche che culminarono con la fine della carriera in F1 di Briatore e di Nelson Piquet Jr, e che fecero iniziare con il piede sbagliato il rapporto ferrarista tra Alonso e Massa. Fu la corsa che confermò la bontà di guida di Rosberg sulle piste cittadine (sul podio così come a Melbourne) confermata cinque anni dopo, quest'anno, con il successo a Montecarlo, il circuito del quale Nico conosce tutti i segreti, (cit. Mazzoni) con una vettura finalmente competitiva. Per non parlare di Seb Vettel, che a due settimane dal suo primo successo a Monza, trascinò sotto le stelle la sua STR3 fino al quinto posto.
    Chi non è cambiato di una virgola in cinque anni è il vincitore di quel GP: Fernando Alonso. Se vi sembra un'impresa da poco resistere al comando per 28 giri con una Renault che offre prestazioni da centro-gruppo, allora che dire della sua gara a Singapore nel 2010 quando dal primo all'ultimo giro non mollò mai la leadership tenendo a bada uno scatenato Vettel?! I due sono ancora oggi rivali per il titolo, in realtà un miraggio per l'asturiano che qui, domenica, sarà di fronte all'ultima spiaggia, prima di concentrarsi definitivamente sul 2014. Alonso darà battaglia. Siamo certi che anche Felipe lo farà: non solo per lasciare buoni ricordi ai ferraristi, ma anche per provare a dimenticare quel maledetto tubo...

    Per un pilota che lascia, ce n'è uno che arriva, o meglio, che ritorna. Raikkonen domenica correrà con la sua Lotus, ma la sua testa è già rivolta al futuro a Maranello. I tifosi del Cavallino gli vogliono bene perché è stato lui a regalare loro l'ultimo titolo piloti. Ma anche Kimi ha qualcosa da farsi perdonare. La sua gara a Singapore nel 2008, per esempio, terminò contro il muro: Raikkonen si stampò nel tentativo di riprendere Glock, buttando via come in altre occasioni punti importanti. Domenica dovrà scendere in pista per lanciare un messaggio importante ai ferraristi, dimostrare che quel brutto Raikkonen di cinque anni fa è definitivamente sparito...
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    Kimi-Raikkonen-ferrari-2014



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    E così, aldilà delle ultime dichiarazioni da parte di Alonso ("Massa è più veloce di Raikkonen") e di quanto disse Kimi a novembre scorso ("Della Ferrari non mi manca nessuno, ho fatto bene ad andarmene") il secondo matrimonio Kimi-Ferrari si farà. La Ferrari si presenterà al via del 2014, che sarà una sorta di anno zero per la F1 a causa dei tanti cambiamenti e del ritorno ai motori turbo, per la prima volta dal 1990 con due campioni del mondo. Allora furono Prost e Mansell. Nonostante l'addio di Felipe, la Ferrari si conferma la scuderia che cambia meno, preferendo un ritorno al passato piuttosto che una scommessa nuova.

    3 piloti in 8 anni: Massa-Raikkonen dal 2007 al 2009, Alonso-Massa dal 2010 al 2013; Alonso-Raikkonen, l'incastro che mancava, dovrebbero, obbligatorio il condizionale, farsi compagnia in Rosso per 2 stagioni (entrambi hanno contratti fino al 2015). Gli addetti ai lavori e i tifosi ferraristi si domandano cosa abbia spinto la Ferrari a questa inversione di tendenza. Quali garanzie avranno ricevuto Raikkonen e Alonso per poter convivere? Chi dei due sarà il leader? Oppure non ci sarà alcuna garanzia per nessuno? La verità è che Kimi parla poco, ma quando lo fa, con poche parole, dice molto: anche con la Lotus, che ha fatto molti progressi ma non è mai stata competitiva nell'arco di un'intera stagione, Raikkonen non ha mai nascosto di puntare al titolo. Non è più il pilota svogliato di Maranello del biennio 2008-2009. Ha deciso di tornare nella squadra con cui non si era lasciato felicemente, ma la sua non è una scelta da semplice pre-pensionamento. Torna per vincere, confidando, come tutti i tifosi della Rossa, che l'anno zero della nuova F1, il 2014, coincida con il ristabilimento delle giuste gerarchie tra i team, con il ritorno del Cavallino davanti a tutti.

    Montezemolo ha avvisato Alonso: "Prima viene la squadra, poi i piloti." E la squadra, evidentemente, si è stufata di perdere. La politica dell'Alonsocentrismo, così come lo chiamano coloro che tipicamente non amano il carisma e la presunzione dello spagnolo, non ha dato frutti in questi anni. Forse anche perché Massa ha reso meno di quanto ci si aspettasse, non è mai stato in grado di portare via punti ai rivali di Alonso. Forse perché le prestazioni della macchina erano discontinue. Per favorire Alonso in vista nel 2014, la situazione più facile sarebbe stato confermare a oltranza Felipe, oppure puntare su un giovane come Hulkenberg, di belle speranze, uno con l'ansia del primo successo, ma che di sicuro avrebbe accettato senza problemi il ruolo di seconda guida. Invece no, per una volta Montezemolo non ha preso la strada più facile. Alonso, non è un mistero, non voleva Raikkonen, così come naturalmente non avrebbe gradito l'arrivo di Vettel: la Ferrari, con l'arrivo di Kimi, ha dimostrato che chi comanda non è Alonso.

    E agli scettici chiediamo: se va male? Cosa ha la Ferrari da perdere? Niente. Alonso e Raikkonen saranno liberi di lottare finché uno dei due non sarà fuori dai giochi per il titolo o solo se sarà palese che uno dei due "is faster than the other". Nulla di strano, per Massa e Raikkonen fu lo stesso nel 2007 e 2008, entrambi lottarono per vincere le gare fino a metà campionato, poi uno dei due si mise a disposizione dell'altro (Raikkonen ebbe il ruolo di prima guida dopo la vittoria a Spa 2007, Felipe dopo il successo di Valencia 2008). Raikkonen è un grande professionista, se nelle ultime gare dell'anno prossimo, per il bene della squadra, gli sarà chiesto di aiutare Alonso, lo farà. E se dovesse succedere il contrario? Probabilmente anche Alonso aiuterà Raikkonen, perché prima viene la squadra e se la situazione non gli starà bene, deciderà di cambiare aria. Per questo motivo non escluderei che l'arrivo di Raikkonen sia una prima mossa per mettere sotto pressione lo stesso Alonso e, nel caso lo spagnolo fallisse la prova, per gettarsi su Vettel nel 2015 o 2016 (Kimi a 36-37 anni ovviamente sarebbe comunque fuori gioco, se rimanesse anche dopo il 2015 sarebbe per forza di cose lo scudiero del tedesco). E siccome la metafora che si usa è sempre quella del matrimonio, beh quello tra Seb e la Ferrari è scritto nel destino. Vettel continua a lasciare messaggi d'amore all'Italia, alla sua Monza; Montezemolo ha contestato i fischi (da censura) al podio di domenica scorsa. Vettel è destinato a diventare l'idolo dei ferraristi, quindi non sprecate i fischi, anche se per ora è solo un avversario.

    Un po' di numeri. La coppia Alonso-Raikkonen sarà la coppia dei vecchietti... Alonso nel 2014 compirà 33 anni, Raikkonen 35. C'è da preoccuparsi? No, se si pensa che nel 2004 Schumacher vinse il suo ottavo e ultimo titolo a 35 anni, Barrichello ne aveva 32. E i due corsero insieme anche l'anno successivo, prima dell'addio di Rubinho. Più che altro devono preoccuparsi gli avversari che si troveranno davanti la coppia più forte dell'ultimo decennio. Come piazzamenti dal 2004 ad oggi Alonso è il migliore con ampio distacco, per rendere meglio l'idea, convertendo tutti i piazzamenti ottenuti usando il punteggio attuale (25 punti al primo, 18 al secondo, eccetera), Fernando avrebbe conquistato ben 2262 punti e Raikkonen è attualmente secondo in classifica con 1473 punti... anche se Vettel terzo (1466) con ogni probabilità sorpasserà il finlandese già nella prossima gara, o comunque entro fine anno. Per la cronaca hanno superato i 1000 punti in 10 anni anche Button con 1443 punti, Hamilton con 1423, Webber 1229 e Massa 1214, mentre Schumi si è ritirato lo scorso anno a due lunghezze dal traguardo, 998 punti (senza aver corso dal 2007 al 2009).

    Raikkonen in carriera conta 20 successi e 75 podi, Alonso 32 vittorie e 93 podi. Vettel ha vinto tante gare quante Fernando, ma non avrà un compagno con l'esperienza di Raikkonen. Soltanto come titoli iridati, sommando Alonso+Raikkonen, non si raggiunge il livello del tedesco (4 titoli da solo considerando già fatta per il 2013). Ma questo significa più fame per l'asturiano e per Iceman. La Ferrari ha voglia di fare sul serio. Non perdetevi il 2014, ci sarà da divertirsi.

    Edited by Zure - 12/9/2013, 16:48
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    ti ringrazio per l'offerta... è un po' troppo generico mi sa il vostro forum però... :)
3900 replies since 30/11/2005
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